CENTENARIO DI UN UOMO GIUSTO

In memoria del Servo di Dio don Italo Calabrò

di Pietro Bucolia – Consulente finanziario e narratore economico

Il prete degli ultimi, il testimone della giustizia

Ci sono figure che attraversano il tempo non come ombre del passato, ma come luce per il presente. Don Italo Calabrò, Servo di Dio, sacerdote, fondatore, cittadino vigile e testimone evangelico, è una di queste figure. A cent’anni dalla nascita, la sua voce risuona ancora tra le strade di Reggio Calabria, tra le famiglie che ha servito, i poveri che ha abbracciato, i giovani che ha ascoltato, i potenti che ha sfidato.

Don Italo non fu solo un sacerdote. Fu un uomo radicalmente fedele al Vangelo e alla Costituzione. Scegliere Cristo per lui significò scegliere l’uomo: intero, fragile, escluso. E amare “tutti coloro che incontrava sulla strada, nessuno escluso, mai”, come scrisse nel suo testamento spirituale.

Il programma del centenario

Il centenario della sua nascita è occasione non solo per ricordare, ma per imparare a memoria — nel senso più profondo: portare nel cuore e nell’agire la memoria viva di chi ha cambiato il volto di una città.

Il 15 giugno alle ore 11:00, l’Arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, padre Fortunato Morrone, celebrerà una Santa Messa nella Basilica Cattedrale, nel cuore della comunità che don Italo ha amato e difeso con la forza mite di chi non si è mai arreso all’indifferenza.

Il 16 giugno alle ore 9:00, un momento di preghiera presso la sua tomba, nel cimitero di San Giovanni di Sambatello, sarà curato dalla Parrocchia “Santa Maria della Neve”. Un gesto semplice, ma profondo: tornare là dove riposa un seme che continua a dare frutti.

Il 25 settembre alle ore 18:00, il Cardinale don Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, terrà un convegno ecclesiale dal titolo eloquente: “La vita del servo di Dio sacerdote Italo Calabrò: a servizio della Chiesa e dei poveri”. Un titolo che è già una biografia.

Un prete umile

Era un prete umile, profondamente radicato nel popolo, ma mai populista.

Un uomo pubblico, ma sempre discreto.

Un profeta della prossimità, che ha scelto il margine anziché il palcoscenico, il servizio anziché la ribalta, la fedeltà concreta anziché i riflettori.

In un tempo di carriere clericali e prudenze diplomatiche, don Italo scelse il Vangelo scomodo. Difese la legalità senza piegarla al potere. Accolse gli emarginati non per dovere, ma per amore. Fondò opere di carità che sono ancora oggi presìdi di giustizia e speranza: dalla Piccola Opera alla Caritas Diocesana, fino al Centro Comunitario Agape, da lui animato come luogo di cultura civile e sociale.

La lezione di un’eredità viva

Il centenario di don Italo Calabrò è una chiamata, non un ricordo. È un Vangelo da riaprire, una città da risanare, una Chiesa da umanizzare. Le sue parole, dette o taciute, i suoi gesti, i suoi dolori vissuti in silenzio, sono ancora lì a indicarci la strada.

Perché i santi non si venerano: si seguono. E don Italo, come tanti “giusti” della storia, non ha mai chiesto di essere messo su un altare, ma di essere creduto nel cuore.

Fu tra i fondatori della Caritas Italiana, insieme a mons. Giovanni Nervo, contribuendo a radicare nella vita della Chiesa un’idea di carità non assistenzialistica, ma educativa, generativa, capace di trasformare il tessuto sociale.

La sua visione si è irradiata nelle scuole e nelle università, nei quartieri difficili e nelle carceri, nei servizi sociali e nella politica vissuta come vocazione, nei centri per minori, nei progetti di cooperazione internazionale, nelle comunità parrocchiali e anche altrove.

Dovunque ci sia stato bisogno di una presenza evangelica concreta, don Italo ha aperto vie. E chi si è formato alla sua scuola — spirituale, civile e operativa — ha portato con sé uno stile di servizio che continua a generare bene.

Chi ha incontrato don Italo porta dentro una domanda che non smette di interpellare: “Cosa posso fare, io, per gli altri?”

E questo, in fondo, è il segno più concreto della santità: generare vita che genera altra vita.

Gli appuntamenti da non perdere

• 15 GIUGNO, ore 11:00 – Santa Messa (Basilica Cattedrale, Reggio Calabria)

• 16 GIUGNO, ore 9:00 – Preghiera al cimitero (San Giovanni di Sambatello)

• 25 SETTEMBRE, ore 18:00 – Convegno con il Cardinale don Mimmo Battaglia (Basilica Cattedrale)

“Amatevi tra voi, di un amore forte, di autentica condivisione di vita…”

Don Italo ci ha amati così. Ora tocca a noi restituire quell’amore con opere, parole e scelte quotidiane.

Non per commemorare. Ma per continuare.