Tra taglio dei tassi, tensioni transatlantiche e rischi inflattivi, Lagarde affronta una giornata decisiva per il futuro dell’Eurozona.
di Pietro Bucolia – Consulente finanziario e narratore economico
UN TAGLIO ATTESO, MA NON SCONTATO
Oggi la Banca Centrale Europea è chiamata a una decisione cruciale. Secondo il sondaggio Bloomberg condotto tra il 23 e il 28 maggio, il mercato si aspetta un taglio di 25 punti base sul tasso sui depositi, portandolo al 2,00 per cento. Sarebbe l’ottavo ribasso consecutivo, ma la posta in gioco va ben oltre il dato numerico.
A settembre potrebbe arrivare un altro intervento, a patto che i negoziati commerciali con gli Stati Uniti si siano conclusi e che le previsioni aggiornate diano luce sulle reali implicazioni delle tariffe.
LAGARDE TRA DISINFLAZIONE E SPESA PUBBLICA
La presidente Christine Lagarde si muove su un crinale sottile: stimolare l’economia dell’Eurozona – che mostra segnali di rallentamento – senza accendere nuove fiammate inflazionistiche. Il calo dei prezzi energetici e l’apprezzamento dell’euro offrono un certo margine d’azione. Ma sullo sfondo incombono fattori che potrebbero cambiare lo scenario:
- Aumenti massicci di spesa per la difesa e le infrastrutture, richiesti da più governi europei
- Tariffe USA sulle esportazioni europee, con minacce fino al 50 per cento a partire dal 9 luglio
UN DIBATTITO ACCESO: TAGLIARE ORA, MA PER QUANTO
Il taglio di oggi sembra scontato. Ma il ritmo dell’allentamento monetario divide i membri del Consiglio Direttivo:
- Voci piu hawkish, come Fabio Panetta, sostengono che la disinflazione sia ormai “quasi completata” e chiedono una pausa gia a luglio, per evitare segnali eccessivamente espansivi
- Altri analisti parlano di una soglia massima di una sola riunione di pausa prima di proseguire il ciclo
Il rischio? Che una pausa troppo lunga venga letta dai mercati come la fine del ciclo di easing, compromettendo l’efficacia stessa della politica monetaria.
LE NUOVE PREVISIONI: STABILITA APPARENTE, RISCHI SOTTERRANEI
Nel corso della riunione odierna, la BCE pubblicherà le nuove previsioni macroeconomiche. Ci si attende una conferma dei numeri di marzo, ma con un’importante novità: piu scenari, meno certezze.
Il contesto è cambiato:
- Il primo trimestre ha visto una crescita superiore alle attese, grazie a un’accelerazione delle esportazioni prima dell’entrata in vigore delle tariffe USA
- L’apprezzamento dell’euro e il calo dell’energia frenano l’inflazione nel breve, ma gli effetti delle tensioni commerciali devono ancora dispiegarsi
Un membro del board ha dichiarato che la probabilità di realizzazione dello scenario base è inferiore al 50 per cento.
LE PAROLE DI LAGARDE: PIU DELLA DECISIONE, CONTANO LE SFUMATURE
Alle ore 14.15 sarà diffuso il comunicato BCE, seguito dalla conferenza stampa di Lagarde alle 14.45.
Gli operatori aspettano due segnali chiave:
- Tono sull’inflazione: se la presidente confermerà che la disinflazione è pressoché completa, il mercato potrebbe interpretare la fine prossima dei tagli
- Riferimenti geopolitici: ogni cenno alle tariffe USA, alla spesa militare o a tensioni internazionali sarà attentamente soppesato
Il cambio euro dollaro è particolarmente sensibile in questo contesto: un linguaggio piu cauto potrebbe indebolire l’euro, mentre un tono deciso a favore della crescita potrebbe sostenerlo, almeno nel breve.
MERZ IN MISSIONE: IL DESTINO DELL’EXPORT EUROPEO SI GIOCA A WASHINGTON
Non passa inosservato oggi l’incontro tra il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il presidente USA Donald Trump. È un momento chiave:
- Se Trump accetterà concessioni commerciali, si potrà evitare una nuova guerra commerciale
- Se invece manterrà il pugno duro sulle esportazioni europee, le prospettive di crescita per l’Eurozona subiranno un colpo diretto
L’incontro, simbolico ma concreto, può influenzare le aspettative future ben oltre la riunione odierna della BCE.
LA NATO E LA FIAMMATA CICLICA DELLA DIFESA
Nel frattempo, i ministri della Difesa dei 32 membri NATO si riuniscono per discutere un possibile aumento della spesa militare fino al 5 per cento del PIL, su richiesta americana.
Un simile impulso potrebbe sostenere la domanda interna in alcuni Paesi, ma renderebbe ancora piu complessa la calibrazione della politica monetaria, a causa di effetti inflattivi ritardati.
IL CASO GIAPPONE: IL FUTURO DEL DEBITO E UN’OMBRA LUNGA
Intanto dal Giappone arriva un campanello d’allarme. Il 4 giugno, l’asta dei titoli a 30 anni ha registrato la domanda piu bassa dal 2023.
Motivi:
- Debito pubblico in forte crescita, a fronte di dinamiche demografiche sfavorevoli
- Preoccupazioni sulla sostenibilità fiscale, che scoraggiano gli investitori internazionali
Kevin Zhao (UBS) suggerisce di sospendere temporaneamente l’emissione di titoli oltre i 30 anni. Un segnale da non sottovalutare: il lungo termine non è piu “sicuro” per tutti.
UNA BELLEZZA A RISCHIO CONTRACCOLPO
La BCE si muove in un contesto che è piu politico che monetario, piu strategico che tecnico. E come spesso accade nei momenti delicati, non conta solo cosa si decide, ma come e perché lo si comunica.
Christine Lagarde oggi dovrà conservare la credibilità dell’istituzione, piu ancora che pilotare i tassi. Perché i numeri possono variare, ma la fiducia è un capitale che, se perso, non si ricompra al prossimo consiglio direttivo.
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