Dentro il mercato USA tra percezioni, numeri e verità
di Pietro Bucolìa – Consulente finanziario
Consulente finanziario e narratore economico
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Le paure economiche si ereditano. Anche senza saperlo.
Così è iniziata la conversazione con un ricercatore biomedico, seduto di fronte a me con una decisione già presa:
“Io dai mercati finanziari sto alla larga. E soprattutto dal mercato americano.”
Poi ha aggiunto:
“Mio padre ci aveva investito. Ha fatto disastri.”
Una frase semplice, ma carica di vissuto.
Non era solo un’opinione di mercato: era una ferita, un’esperienza familiare dolorosa che si era trasformata in convinzione. Una diffidenza cresciuta nel tempo, nutrita da eventi personali, percezioni geopolitiche e retoriche mediatiche.
Eppure la domanda rimane:
è vero che il mercato americano è troppo caro?
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Torniamo ai fondamentali: cosa ci dicono i numeri?
Spesso si cita lo S&P500 come rappresentazione del “mercato USA”.
Ma è una semplificazione fuorviante.
Lo S&P500 è ponderato per capitalizzazione: significa che più una società è grande, più influenza ha sull’andamento dell’indice. I famosi “Magnifici 9” (Apple, Microsoft, Nvidia, Amazon, Meta, Alphabet, Berkshire Hathaway, Broadcom e Tesla) pesano da soli circa il 30% dell’indice, pur essendo meno del 2% dei suoi componenti.
Quindi, quando diciamo che lo S&P500 è caro, stiamo in realtà parlando di questi 9 titoli.
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I numeri reali: ecco la verità
Vediamo i P/E prospettici a 12 mesi (marzo 2025) dei “Magnifici 9”:
• Apple: 28,5
• Microsoft: 27
• Nvidia: 24
• Amazon: 30
• Meta: 23
• Alphabet: 17,8
• Berkshire Hathaway: 25,5
• Broadcom: 25,4
• Tesla: circa 100
La media matematica è 33X, che scende a 29X ponderata.
Ma lo S&P500 nel complesso tratta a circa 20X.
Questo significa che gli altri 496 titoli quotano mediamente a 15,1X, perfettamente in linea con le medie storiche degli ultimi 20 anni.
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Il cuore della questione: l’equally weighted
C’è un altro modo per leggere il mercato: lo S&P500 equally weighted, dove ogni titolo ha lo stesso peso.
Cos’è lo S&P500 equally weighted?
È una variante dell’indice in cui ogni azienda conta allo stesso modo. Apple pesa quanto Hasbro. Microsoft quanto Tapestry.
Questa versione offre una lettura più realistica e democratica del mercato.
E cosa ci dice?
Che l’indice equally weighted oggi quota a 16X, solo leggermente sopra la media storica.
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Il vero rischio non è il mercato. È come lo leggiamo.
Quindi, il mercato USA è caro?
No.
• I grandi colossi, nella maggior parte dei casi, quotano sotto le loro medie storiche.
• Il resto dell’indice è in linea con i valori di lungo periodo.
• Solo un forte scenario recessivo potrebbe giustificare una compressione ulteriore dei multipli.
Ma oggi, con un PIL ancora in crescita e un mercato del lavoro solido, la narrativa del “mercato sopravvalutato” non regge ai dati.
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Una riflessione da consulente
Nel mio lavoro quotidiano come consulente finanziario, incontro persone che portano con sé ferite, paure, sogni.
Non mi limito a dare indicazioni tecniche.
Accompagno nel tempo, nella consapevolezza, nella verità.
Non prevedo il futuro: fornisco strumenti per attraversarlo con lucidità e libertà.
E ogni volta che qualcuno mi dice “il mercato è troppo caro”, la mia prima risposta non è un numero, ma una domanda:
“Cosa intendi per mercato? E da cosa nasce davvero la tua percezione?”
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La verità è come il sole
Puoi oscurarla per un po’. Ma non potrai mai spegnerla.
Anche in finanza è così.
La verità non si trova nelle semplificazioni, ma nello sguardo lungo, nella pazienza, nell’analisi attenta.
Vuoi capire se il tuo portafoglio è coerente con il tuo profilo e gli scenari attuali?
Parliamone insieme. Con metodo, con libertà, con verità.
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La consapevolezza è il primo investimento.
E la verità – come ci ricorda Manzoni – è la luce che vince il buio, anche quando tace.