Come un nuovo equilibrio tra consumi e manifattura potrebbe ridefinire il rapporto tra le due superpotenze
di Pietro Bucolia – Consulente finanziario e narratore economico
LA TRANSIZIONE DIFFICILE DELLA CINA
L’economia cinese sta affrontando un passaggio tanto necessario quanto delicato: il passaggio da un modello trainato da investimenti e produzione industriale a uno più centrato sui consumi interni. Non si tratta di un semplice ciclo economico, ma di un cambiamento strutturale.
Le motivazioni sono molteplici:
- Internamente, Pechino deve fronteggiare deflazione, sovrainvestimenti e domanda interna debole.
- Esternamente, la pressione dei dazi e la dipendenza dalle esportazioni hanno messo in discussione la sostenibilità del modello.
Nel frattempo, gli Stati Uniti – in un’inversione di rotta storica – stanno cercando di rilanciare la produzione industriale interna. Da questo doppio movimento potrebbe emergere una nuova forma di rebalancing coordinato: più consumi per la Cina, più manifattura per l’America.
INDUSTRIA CINESE: RIMBALZO O ILLUSIONE?
I dati del 27 maggio 2025 del National Bureau of Statistics indicano un incremento dei profitti industriali cinesi del +3% su base annua ad aprile, in miglioramento rispetto a marzo. Il settore high-tech, spinto dagli incentivi governativi per il rinnovo di attrezzature e beni di consumo, traina la ripresa.
Ma il quadro resta fragile:
- Ricavi crescono meno dei costi
- Margini sotto pressione per la concorrenza interna
- Profitti ancora inferiori del 20% rispetto al biennio 2021-2022
- Deflazione e nuovi dazi USA limitano le prospettive di lungo termine
Il rischio è una ripresa apparente, incapace di strutturarsi nel tempo.
CONSUMI: PRIORITÀ POLITICA, NON ANCORA STRATEGIA
Durante l’ultima sessione dell’Assemblea Nazionale del Popolo, il premier Li Qiang ha indicato il rilancio dei consumi come “massima priorità”, definendo la domanda interna come “motore e ancora della crescita”.
Tuttavia, le politiche restano deboli:
- Nessun taglio significativo delle imposte sul reddito
- Nessuna riforma organica del welfare o delle pensioni
- Nessun trasferimento diretto alle famiglie
Il nuovo Piano Quinquennale (2026-2030) non prevede target espliciti sui consumi, a conferma delle difficoltà nel cambiare direzione senza una riforma strutturale.
MADE IN CHINA 2025 (2.0): INDUSTRIA ANCORA AL CENTRO
Mentre si discute di riequilibrio, la realtà mostra una Cina impegnata a rafforzare la strategia industriale:
- Nuova versione del piano “Made in China 2025”
- Focus su semiconduttori, AI, batterie, energie rinnovabili
- Obiettivo: autosufficienza tecnologica e leadership globale
Parallelamente, si sviluppa un consumo indirizzato:
- Sussidi per auto elettriche, elettrodomestici smart, beni green
- Incentivi mirati per sostenere la trasformazione industriale
- Consumi guidati, non liberati: non domanda aggregata, ma domanda funzionale
LA STRATEGIA USA: DALLA GUERRA COMMERCIALE AL RIEQUILIBRIO
Negli Stati Uniti, la nuova amministrazione Trump ha:
- Alzato i dazi (fino al 145%, poi parzialmente ridotti)
- Imposto restrizioni tecnologiche
- Promosso il reshoring industriale
Ma anche aperto a un possibile compromesso. Il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha dichiarato:
“Noi abbiamo bisogno di più manifattura, loro di più consumi. Esiste quindi una possibilità di riequilibrio reciproco.”
Questo rebalancing potrebbe prevedere:
- Investimenti cinesi in impianti produttivi americani
- Apertura selettiva della Cina a beni di consumo USA
- Collaborazioni industriali su tecnologie green o non strategiche
UNA BELLEZZA A RISCHIO CONTRACCOLPO
La Cina vuole aumentare i consumi, ma non intende ridurre il peso dell’industria. Gli Stati Uniti vogliono rafforzare la manifattura, ma devono gestire i costi e le resistenze interne.
Il futuro dipenderà dalla capacità di entrambi di trasformare una rivalità simmetrica in una complementarità strategica. Non è facile. Ma è possibile.
Un mondo con meno propaganda e più cooperazione potrebbe aprire una nuova stagione di equilibrio globale. Ma bisogna volerla davvero.
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