I mercati festeggiano le trattative USA-Russia, ma l’inflazione americana mantiene i tassi alti più a lungo
📌 Di Pietro Bucolia – Consulente finanziario e narratore economico
Le ultime notizie che arrivano dagli Stati Uniti e dalla Russia segnano un possibile punto di svolta per i mercati finanziari. Il presidente americano Donald Trump ha confermato di aver avviato colloqui con il presidente russo Vladimir Putin per negoziare la fine della guerra in Ucraina.
Se queste trattative dovessero concretizzarsi, ci troveremmo di fronte a un evento di forte impatto, capace di eliminare uno dei maggiori rischi sistemici che hanno pesato sui mercati globali negli ultimi anni. Tuttavia, questo ottimismo si scontra con il dato sull’inflazione americana, pubblicato ieri, che ha superato le attese, sollevando nuove preoccupazioni sulla durata della politica monetaria restrittiva della Federal Reserve.
Questi due fattori – la speranza di una stabilizzazione geopolitica e la persistenza delle pressioni inflazionistiche – stanno influenzando le diverse asset class, portando a movimenti significativi nei mercati globali.
Mercati in rialzo, ma l’attenzione resta sulla Fed
L’annuncio delle negoziazioni tra Trump e Putin ha immediatamente alimentato il sentiment positivo: le borse asiatiche hanno registrato decisi rialzi, con il Giappone e Hong Kong in testa. Anche i futures sugli indici europei e sull’S&P 500 sono avanzati di oltre l’1%, dimostrando come gli investitori abbiano rapidamente spostato l’attenzione dai timori sull’inflazione all’opportunità di una risoluzione del conflitto in Ucraina.
Tuttavia, il dato sul CPI* core USA, che ha superato le previsioni degli analisti, ha riacceso i timori di una politica monetaria “higher for longer”. La Federal Reserve potrebbe infatti essere costretta a mantenere i tassi elevati più a lungo del previsto, riducendo le aspettative di tagli entro il 2025.
Impatto sulle asset class: petrolio in calo, oro stabile, euro in recupero
• Petrolio: Il prezzo del greggio ha subito un calo, con gli investitori che iniziano a prezzare un possibile aumento dell’offerta globale nel caso in cui le tensioni tra USA e Russia si allentino. Un mercato meno teso potrebbe spingere il prezzo verso la fascia 65-70 dollari al barile.
• Oro: Tradizionale bene rifugio, l’oro ha mantenuto i guadagni della seduta precedente, ma la prospettiva di una pace duratura potrebbe limitare ulteriori rialzi. Tuttavia, i flussi in acquisto da parte delle banche centrali continuano a sostenere il metallo prezioso.
• Euro-dollaro: L’euro ha beneficiato delle notizie sulle trattative di pace, rafforzandosi dello 0,5% contro il dollaro. Se il rischio geopolitico si riducesse ulteriormente, la moneta unica potrebbe continuare a recuperare terreno.
Le obbligazioni scontano l’inflazione, focus sui tassi
Nei mercati obbligazionari, i rendimenti dei Treasury a 10 anni hanno subito movimenti contrastanti: inizialmente in rialzo per via dei dati sull’inflazione, hanno poi chiuso in lieve calo. Tuttavia, gli investitori hanno ridimensionato le aspettative sui tagli dei tassi, prezzando ora una sola riduzione entro dicembre 2025.
Scenario futuro: equilibrio tra ottimismo e prudenza
I mercati si trovano di fronte a un trade-off chiaro:
• La fine delle ostilità in Ucraina rappresenterebbe una svolta positiva, eliminando uno dei principali rischi sistemici e favorendo un clima di maggiore stabilità.
• Tuttavia, la persistenza dell’inflazione rischia di mantenere la Federal Reserve su una traiettoria restrittiva, limitando l’entusiasmo degli investitori e mantenendo i tassi elevati più a lungo.
In questo contesto, è probabile che i mercati azionari europei e cinesi continuino a sovraperformare quelli statunitensi, mentre il dollaro potrebbe rimanere volatile nel breve termine. La curva dei rendimenti USA potrebbe beneficiare di un aumento dei tassi, ma senza movimenti estremi.
*LA PAROLA DEL GIORNO: CPI core USA
Il CPI core USA (Core Consumer Price Index) è un indicatore dell’inflazione che misura la variazione dei prezzi al consumo escludendo le componenti più volatili, ovvero cibo ed energia.
Questa metrica viene utilizzata dalla Federal Reserve e dagli analisti per valutare l’andamento dell’inflazione di fondo, che è meno influenzata da fattori temporanei o shock esterni (come il prezzo del petrolio o delle materie prime alimentari).
📌 Perché è importante?
• Fornisce un’indicazione più stabile delle pressioni inflazionistiche nell’economia
• Aiuta la Fed a prendere decisioni sulla politica monetaria (tassi di interesse)
• Influenza i mercati finanziari, in particolare azioni, obbligazioni e forex
🔎 Un CPI core più alto del previsto può portare la Fed a mantenere tassi di interesse più alti per più tempo (higher for longer), mentre un dato più basso potrebbe favorire un allentamento della politica monetaria.