Per una società che valorizza le differenze senza negare l’unità: la vera democrazia è il riconoscimento della dignità di ogni voce
🔹 di Pietro Bucolia – Presidente GióProtagonisti ODV
MONCALIERI. La società umana è sempre stata attraversata da una tensione fondamentale: come conciliare la pluralità delle visioni, delle identità e delle appartenenze con la necessità di costruire un corpo sociale unitario e coeso? Questa domanda è alla base della riflessione filosofica, religiosa e politica che ha dato forma alla nostra civiltà occidentale.
San Paolo, nella Prima Lettera ai Corinzi, ci offre un’immagine straordinariamente attuale:
“Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo” (1Cor 12,12).
Questa visione non è solo teologica, ma ha influenzato profondamente la cultura occidentale, dando origine all’idea che l’unità non si costruisce negando le differenze, ma armonizzandole in un tessuto comunitario fondato sulla reciproca complementarità.
Questa stessa intuizione è alla base della laicità inclusiva, un modello che permette a tutte le componenti della società di esprimersi liberamente, senza essere cancellate in nome di una presunta neutralità assoluta. L’alternativa a questo modello è il laicismo esclusivo, una visione che tende ad eliminare ogni riferimento alla tradizione ed alla dimensione trascendente dell’uomo, riducendo la società ad una somma di individui atomizzati, privati della loro memoria e della loro identità.
In questo saggio, analizzeremo l’antropologia della laicità inclusiva, il suo rapporto con la democrazia, e le conseguenze della sua negazione, attingendo alle riflessioni di Aristotele, Platone, San Paolo, Jacques Maritain e ai grandi modelli letterari come Jean Valjean, Don Fabrizio e il Piccolo Principe.
L’Antropologia della Laicità Inclusiva: L’Unità nella Diversità
Platone ed Aristotele: L’armonia delle differenze
La tensione tra unità e pluralità è presente sin dalle origini del pensiero occidentale.
Platone, nella Repubblica, propone un modello di città ideale in cui ogni individuo ha un ruolo ben definito: i governanti devono essere filosofi, i guerrieri devono proteggere la città, e gli artigiani devono provvedere ai bisogni materiali. Questo modello si basa sull’idea che l’ordine sociale nasce dalla giusta collocazione di ogni individuo secondo la sua natura.
Aristotele, nella Politica, corregge la visione rigida di Platone e introduce un principio fondamentale della laicità inclusiva: la città è un organismo vivente, fatto di differenze che devono essere armonizzate, non cancellate. Aristotele afferma che l’uomo è un animale sociale e politico, e che la vera giustizia si realizza quando le diverse componenti della società trovano un equilibrio tra il bene comune e la libertà individuale.
Questa idea sarà ripresa in seguito da San Paolo, che nella metafora del corpo e delle membra riconosce che nessuna parte può essere eliminata senza danneggiare l’intero organismo.
San Paolo e la visione cristiana dell’uomo come essere relazionale
L’antropologia cristiana, ereditando la lezione aristotelica, sviluppa una visione dell’uomo come essere relazionale, chiamato a vivere in comunità senza perdere la propria individualità. San Paolo sottolinea che ciascuno ha una vocazione unica, ma tutti sono chiamati a contribuire al bene comune.
Questo principio è fondamentale per comprendere il valore della laicità inclusiva: la società non può essere un corpo omogeneo in cui ogni differenza viene eliminata, ma deve essere uno spazio in cui tutte le voci possano esprimersi liberamente.
La Laicità Inclusiva come Fondamento della Democrazia
Jacques Maritain e il Personalismo Cristiano
Nel XX secolo, il filosofo cattolico Jacques Maritain ha elaborato una teoria della democrazia fondata sulla persona. Secondo Maritain, lo Stato non può essere una macchina impersonale che impone un pensiero unico, ma deve garantire la libertà di coscienza e la partecipazione di tutti i cittadini.
La democrazia non si fonda sull’uniformità, ma sulla cooperazione delle differenze. Questa visione è alla base della Costituzione italiana e della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, che riconoscono il pluralismo come valore essenziale.
Il Laicismo Esclusivo: La Negazione del Senso Civile
Se la laicità inclusiva valorizza la diversità, il laicismo esclusivo tenta di eliminare ogni riferimento religioso o culturale dalla sfera pubblica, imponendo un modello artificiale di neutralità.
Le conseguenze del laicismo esclusivo
• Sradicamento culturale: le società perdono il loro legame con la tradizione e diventano incapaci di trasmettere valori alle nuove generazioni
• Atomizzazione sociale: la comunità viene sostituita da una massa di individui isolati, privi di senso di appartenenza
• Intolleranza ideologica: chi esprime una visione del mondo diversa da quella dominante viene escluso dallo spazio pubblico
Questi fenomeni portano a una crisi della democrazia, perché una società incapace di riconoscere la pluralità delle voci diventa sempre più autoritaria.
Modelli Letterari di Laicità Inclusiva
Jean Valjean – I Miserabili
Jean Valjean è l’emblema della redenzione e della possibilità di rinascita. La sua storia dimostra che la società deve offrire spazi di inclusione, non di esclusione, se vuole essere veramente giusta.
Il Piccolo Principe
Il Piccolo Principe viaggia tra i pianeti incontrando personaggi chiusi nelle loro visioni ristrette. Solo quando comprende che l’essenziale è invisibile agli occhi, scopre il valore della diversità e dell’accoglienza.
Don Fabrizio – Il Gattopardo
Don Fabrizio capisce che il cambiamento è inevitabile, ma che deve essere integrato nella storia e nella tradizione, non imposto dall’alto. Il suo realismo è una lezione su come costruire una società che tenga insieme passato e futuro.
La Pluralità come Ricchezza
La vera democrazia non è la cancellazione delle differenze, ma la loro valorizzazione in un orizzonte comune.
San Paolo, Aristotele, Maritain e i grandi personaggi della letteratura ci insegnano che nonostante molti, costituiamo un corpo solo: non perché siamo tutti uguali, ma perché solo nel riconoscere la dignità di ogni voce possiamo costruire una società veramente giusta.
La sfida del nostro tempo è recuperare questa visione della laicità, non come negazione dell’identità, ma come spazio di dialogo e di incontro. Solo così possiamo costruire un mondo più umano, più libero e più vero.