QUANDO L’AMERICA ALZA IL PREZZO, L’ITALIA PAGA IL CONTO

Dazi, eccellenze a rischio e il valore di una guida nel tempo dell’incertezza

di Pietro Bucolìa – Consulente finanziario

Consulente finanziario e narratore economico

Un filo d’olio dorato scende lento da un macchinario d’acciaio.

Più in là, forme di Parmigiano riposano silenziose su scaffali di legno, in attesa della maturazione.

Intanto, a migliaia di chilometri da qui, una mano firma un documento su una scrivania con il sigillo presidenziale.

Non è un film. È accaduto davvero.

E quell’inchiostro, oggi, rischia di costare caro a migliaia di imprese italiane.

Dazi USA: il colpo che arriva in silenzio

Con il ritorno di Donald Trump sulla scena politica, la politica commerciale degli Stati Uniti torna a indossare l’elmetto.

Il TG1 ha mostrato immagini chiare e dati eloquenti:

le nuove tariffe doganali colpiscono in pieno alcuni dei settori più simbolici del nostro sistema economico.

Secondo i dati ISTAT, sono almeno 3.300 le imprese italiane considerate a rischio immediato. I settori? Quattro colonne portanti del Made in Italy:

Farmaceutica

Automotive

Agroalimentare

Tessile

Dietro quei numeri ci sono territori, famiglie, lavoratori, storie.

E soprattutto, un’intera economia che ha costruito negli anni un rapporto strategico con il mercato statunitense.

64,8 miliardi in ballo: molto più che un commercio

Nel 2024, l’Italia ha esportato negli USA per 64,8 miliardi di euro, pari al 10% del nostro export complessivo.

Non è solo un dato macroeconomico. È il segno di un rapporto storico, solido e decisivo.

Tagliare anche solo una parte di questo flusso significa intaccare la fiducia, rallentare gli investimenti, generare incertezza.

Ed è proprio questa, forse, la vera tassa occulta:

l’incertezza. Che si insinua nei piani industriali, nei progetti di crescita, nelle strategie di lungo periodo.

Il paradosso protezionista: chi alza il muro rischia di colpirsi da solo

Il protezionismo, nel breve periodo, sembra difendere l’economia interna.

Ma nel lungo periodo, genera distorsioni nei prezzi, inefficienze produttive e contraccolpi sul potere d’acquisto.

I dazi sono un boomerang silenzioso: colpiscono chi esporta, ma penalizzano anche chi importa a costi maggiori.

Secondo un’analisi del Fondo Monetario Internazionale, ogni aumento del 10% nelle tariffe commerciali tra grandi blocchi economici può erodere fino a 0,8 punti di PIL annui per i Paesi esportatori.

Un conto che si paga lentamente, ma si sente a lungo.

Il dazio più pericoloso è quello invisibile: la volatilità

Nel mio lavoro, la parola più usata in questi giorni non è “mercato”, ma “paura”.

Perché la volatilità non è solo quella dei listini: è la volatilità emotiva che colpisce chi si sente disorientato.

È il senso di precarietà che cresce nei risparmiatori, negli imprenditori, nei cittadini.

E allora la vera domanda non è solo “quali settori saranno colpiti?”, ma piuttosto:

“Come possiamo proteggerci?”

“Come si costruisce una strategia capace di resistere anche ai colpi della geopolitica?”

Quattro azioni concrete per chi investe con coscienza

1. Verifica l’esposizione al rischio geopolitico

Analizza quali aree geografiche e settori potrebbero soffrire in portafoglio.

2. Rafforza la diversificazione

È la tua cintura di sicurezza, sempre. E in queste fasi, fa la differenza.

3. Rivedi l’orizzonte temporale con lucidità

Le turbolenze non durano per sempre. Ma un piano a breve senza visione può far danni.

4. Dialoga con chi conosce la rotta

Un consulente non è un venditore di prodotti. È un compagno di viaggio strategico.

Non è solo finanza. È cultura economica.

Ogni forma di Parmigiano, ogni bottiglia d’olio, ogni tessuto cucito in Italia e spedito oltreoceano rappresenta un pezzo della nostra identità produttiva.

I dazi non colpiscono solo l’economia. Colpiscono la fiducia, l’interscambio, la civiltà della collaborazione.

Ecco perché oggi più che mai serve educazione finanziaria, lucidità strategica, coraggio imprenditoriale.

E una consulenza che non si limiti a gestire strumenti, ma che sappia guidare persone, famiglie, patrimoni e imprese.

“Le nazioni possono chiudere i porti, ma non i cuori. E chi investe con coscienza costruisce ponti che resistono anche alle tempeste.”

(P.B.)

Un pensiero da portare via

La solidità non si misura nei giorni tranquilli, ma in quelli agitati.

E una buona consulenza è il paracadute che ti permette di guardare la tempesta… con i piedi per terra.

Hai mai verificato quanto il tuo portafoglio sia esposto a rischi geopolitici?

Hai un piano in grado di reggere all’imprevisto?

Parliamone. Oggi è il momento giusto.

www.pietrobucolia.it