QUESTO È IL MERCATO, BELLEZZA!

Come una sola variabile può cambiare tutto – e perché serve una strategia solida, non un’illusione momentanea

di Pietro Bucolìa – Consulente finanziario

Consulente finanziario e narratore economico

Cambia una tariffa, una guidance, un tweet o un’inflazione attesa, e all’improvviso ogni previsione vacilla. Gli scenari macroeconomici sembrano costruzioni solide, ma basta poco per vederli oscillare. È il mercato, bellezza: una realtà viva, che muta, sorprende, corregge e a volte ribalta.

E allora, più che rincorrere l’ultima analisi o il titolo del giorno, vale la pena chiedersi: la mia strategia è davvero pronta a cambiare insieme al mondo?

Perché il vero rischio, oggi, non è sbagliare previsione. È non avere un progetto.

IL QUADRO MACRO: TRA INFLAZIONE E CRESCITA DEBOLE

Negli Stati Uniti, l’inflazione resta al centro dell’attenzione. Dopo mesi di crescita, ha rallentato a febbraio, ma le aspettative rimangono elevate. I consumatori si attendono ulteriori aumenti dei prezzi nei prossimi dodici mesi. Anche i mercati, attraverso indicatori come l’inflation swap a 5 anni e il breakeven sui Treasury, mostrano una crescente convinzione che l’inflazione sarà più persistente del previsto.

Allo stesso tempo, la crescita economica rallenta: la Fed di Atlanta prevede un possibile calo del PIL nel primo trimestre 2025. Dal +3,1% del terzo trimestre 2024 si è scesi al +2,5% nel quarto, con una disoccupazione che oscilla intorno al 4,1%. Nessuna recessione conclamata, ma una direzione da monitorare.

TRE SCENARI POSSIBILI SECONDO FACTSET

Un recente studio condotto da FactSet ha analizzato come si comporterebbero diversi portafogli in tre scenari macro: inflazione in crescita, recessione e stagflazione (cioè inflazione alta in un contesto di crescita bassa). Lo studio ha applicato stress test realistici a una gamma di portafogli modello, dal più aggressivo al più conservativo.

1. Inflazione in aumento

• Le azioni tendono a difendersi meglio.

• Le obbligazioni soffrono per la perdita di potere d’acquisto.

• I portafogli con alta componente azionaria mostrano resilienza, soprattutto se ben diversificati.

2. Recessione

• Le azioni subiscono pressioni.

• I bond governativi (soprattutto i Treasury) offrono una buona difesa.

• I portafogli più conservativi, se ben costruiti, riescono a contenere l’impatto.

3. Stagflazione

• Le azioni soffrono, ma meno che in una recessione pura.

• Le obbligazioni high yield mostrano debolezza, mentre i Treasury reggono meglio.

• I portafogli equilibrati possono subire flessioni, ma beneficiano della diversificazione.

IL RUOLO (INCERTO) DELLE TARIFFE

C’è però un altro elemento che rende il quadro ancora più delicato: le tariffe commerciali annunciate – o solo ipotizzate – dalla nuova amministrazione americana. Se applicate in modo esteso, potrebbero colpire settori oggi favoriti dall’inflazione, erodendo i margini e generando nuove pressioni sui flussi di cassa delle imprese.

Questo significa che anche in uno scenario “positivo” per l’equity, la selezione dei titoli diventa fondamentale. In altre parole, oggi più che mai, non basta “stare sul mercato”: bisogna sapere dove stare.

E QUINDI… COSA FARE?

Il vero nodo, oggi, non è “cosa comprare” o “quando vendere”, ma come progettare un portafoglio che sappia attraversare diversi scenari, mantenendo coerenza con i propri obiettivi di vita.

La mia risposta è nella gestione attiva tramite fondi selezionati, che consente di combinare flessibilità, qualità e visione.

Avere una gestione attiva, per me, significa non concentrare, ma diversificare con criterio, costruendo portafogli dinamici che sappiano adattarsi ai cambiamenti, evitando i rischi inutili e puntando su una gestione oculata degli asset.

Con una gestione attiva, non ti preoccupi del momento: ti affidi a team di professionisti che vivono il mercato ogni giorno, con competenza e tempestività, e ti aiutano a raggiungere i tuoi obiettivi nel tempo.

Non si tratta di rincorrere l’ultima tendenza, ma di tenere salda la rotta.

IL TEMPO È IL VERO CAPITALE

Nel mio lavoro quotidiano, incontro spesso persone disorientate, che si chiedono “che fare adesso?”. La mia risposta parte sempre da qui: dal tempo. Perché il tempo non è solo una variabile dei mercati, è la vera materia prima del valore. È nel tempo che si costruisce una strategia, si attraversano i cicli, si realizza un progetto.

In questo momento, più che rincorrere risposte immediate, è importante rallentare per vedere meglio, e ripartire da una pianificazione solida, realistica, personale.

PERCHÉ HO SCRITTO QUESTO ARTICOLO?

Per aiutarti a guardare oltre la confusione, con occhi più chiari e domande più profonde. Perché i mercati attraversano fasi difficili, ma le opportunità non scompaiono: si trasformano. E in momenti come questi, più che rincorrere le mode del momento, serve una bussola. Una direzione. Un progetto che tenga conto dei tuoi obiettivi, del tuo orizzonte, del tuo stile di vita.

Essere accompagnati da un consulente che sa unire competenza, ascolto e responsabilità può fare la differenza. Perché l’obiettivo non è prevedere il futuro, ma prepararsi a viverlo con consapevolezza e serenità.

“Non è vero che abbiamo poco tempo: la verità è che ne perdiamo molto.”

(Seneca, “De brevitate vitae”)

Prendersi il tempo per capire, decidere e agire con coerenza è già un primo, grande passo.

SCOPRI IL TUO PROSSIMO PASSO

Ti stai chiedendo se il tuo portafoglio è pronto ad affrontare gli scenari futuri?

La prima risposta non è nei numeri, ma nel metodo: quello che collega la tua storia, i tuoi obiettivi e il contesto reale dei mercati.

Ti offro un incontro personale, gratuito, per guardare insieme dove sei – e dove vuoi andare.

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