Il mercato guarda avanti tra fiducia geopolitica e nervosismo tecnologico
di Pietro Bucolia – Consulente finanziario e narratore economico
Il ritorno del dialogo tra Cina e Stati Uniti riaccende l’ottimismo
Dopo otto sedute consecutive di rialzo per l’S&P 500 – la striscia positiva più lunga da agosto – i mercati globali aprono la giornata con un tono costruttivo. L’annuncio arrivato da Pechino, che si è detta pronta a riaprire il dialogo commerciale con gli Stati Uniti, è stato accolto come un potenziale punto di svolta in un contesto di tensioni geopolitiche prolungate.
“Se si combatte, si combatte fino in fondo, ma se si dialoga, la porta è aperta” – ha dichiarato il Ministero del Commercio cinese.
Il messaggio ha innescato un rally sull’MSCI Asia Pacific Index (+1,3%), mentre i futures americani e gli indici europei viaggiano in territorio positivo. Un segnale che, per quanto fragile, alimenta la speranza di una de-escalation tariffaria.
Le big tech trainano… ma non tutte allo stesso modo
A rafforzare l’entusiasmo, le solide trimestrali di Microsoft, Meta e Alphabet: numeri ben oltre le attese, alimentati dalla crescita nei settori cloud e intelligenza artificiale. Tuttavia, il quadro non è tutto rose e fiori. Apple e Amazon, pur presentando risultati aggregati positivi, hanno deluso sul piano delle prospettive. E il mercato, sempre attento agli indizi futuri più che ai numeri passati, ha reagito con prudenza.
Apple: numeri solidi, ma la Cina frena
Apple ha chiuso il trimestre con ricavi pari a 95,4 miliardi di dollari, in crescita del 5% su base annua, e un EPS di 1,65 dollari. Bene i ricavi da iPhone (46,8 miliardi), e ottima la performance della divisione Servizi (+12%, 26,7 miliardi). Anche iPad e Mac hanno superato le attese, sostenuti dai nuovi modelli con chip proprietari.
Ma il mercato cinese non risponde più
Le vendite in Cina sono calate del 2,3% (16 miliardi contro i 16,8 previsti), segnalando una perdita di attrattività del brand in un mercato un tempo strategico. Apple paga la concorrenza locale, una normativa più rigida e il raffreddamento dell’interesse dei consumatori.
Dazi, AI e App Store: i punti critici
Tim Cook ha avvertito che i dazi USA potrebbero costare 900 milioni nel trimestre in corso. La produzione resta troppo esposta alla Cina, nonostante i tentativi di delocalizzazione verso India e Vietnam. Sul fronte tecnologico, Apple sembra in ritardo nell’AI: Siri resta indietro e la nuova “Apple Intelligence” non è ancora disponibile in Cina. Sul piano normativo, arriva una sentenza sfavorevole: Apple dovrà aprire l’App Store a sistemi di pagamento alternativi, minando la redditività dei Servizi.
Il mercato reagisce con freddezza
Nonostante il buyback da 100 miliardi di dollari e l’aumento del dividendo, il titolo ha perso il 3,8% nel dopoborsa, segnalando nervosismo tra gli investitori.
Amazon: ottimi conti, scarsa visibilità
Anche Amazon ha superato le attese: ricavi a 155,7 miliardi di dollari (+9%), utile operativo a 18,4 miliardi e EPS a 1,59 dollari. Tuttavia, la guidance prudente ha deluso: ricavi attesi tra 159 e 164 miliardi, utile operativo tra 13 e 17,5 miliardi, sotto le attese del mercato.
AWS rallenta, Microsoft accelera
Il cloud (AWS) cresce del 17%, ma si tratta del passo più lento da oltre un anno. E mentre Microsoft ha sorpreso con l’accelerazione di Azure, Amazon dà segnali di affaticamento. Anche il comparto pubblicitario cresce (+18%), ma le vendite dei third-party sellers – in gran parte cinesi – salgono solo del 6%, segnalando l’impatto delle tensioni commerciali.
Reazione negativa degli investitori
Il titolo ha perso il 3,2% nel dopoborsa. Le incertezze su margini e crescita futura restano irrisolte.
Posizionamenti bassi e quel vecchio nemico chiamato FOMO
Nonostante le ombre, il sentiment di mercato resta costruttivo. Il posizionamento degli investitori è ancora molto basso: gestori long, fondi quantitativi e hedge fund mostrano net exposure ai minimi. Questo rende il mercato vulnerabile a correzioni… ma anche a rally improvvisi.
Molti operatori oggi rientrano al desk con l’Eurostoxx già in forte rialzo. E quel senso di urgenza che sale allo stomaco ha un nome ben noto tra i trader: FOMO, la “Fear Of Missing Out” che spesso porta a decisioni impulsive e rischiose.
Conclusione: tra spiragli geopolitici e vulnerabilità sistemiche
Il ritorno al dialogo tra USA e Cina è una buona notizia. I colossi tech, con luci e ombre, continuano a trainare i mercati. Ma l’equilibrio resta fragile. Le incognite sulla Cina, sull’AI, sulle normative e sulla domanda globale non sono scomparse. In un contesto dominato più dalle aspettative che dai fondamentali, serve una bussola strategica, non l’istinto del momento.
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