SHOCK ECONOMY: LA STRATEGIA (NON DICHIARATA) DELL’AMMINISTRAZIONE TRUMP

E se la crisi globale non fosse una conseguenza imprevista, ma uno strumento pianificato per spostare gli equilibri?

di Pietro Bucolia – Consulente finanziario e narratore economico

Viviamo tempi in cui il rumore dei mercati maschera strategie molto più profonde. I listini oscillano, le economie rallentano, e i segnali di panico si moltiplicano. Ma se questa instabilità non fosse un errore? Se fosse, al contrario, una manovra calcolata per indirizzare la finanza globale?

Shock economy: quando la crisi è un’opportunità… per chi governa

Il termine shock economy, coniato da Naomi Klein, descrive un fenomeno preciso: in momenti di caos — economico, politico, sanitario — le élite possono introdurre riforme radicali, normalmente inaccettabili in tempi di stabilità.

Le caratteristiche più comuni:

• Deregolamentazione dei mercati

• Tagli alla spesa pubblica

• Privatizzazione di servizi essenziali

• Rafforzamento del capitale a scapito del lavoro

Il tutto viene imposto quando la popolazione è troppo impaurita o distratta per reagire.

Le crisi che hanno cambiato la storia economica

Alcuni esempi emblematici:

Cile (1973): dopo il colpo di Stato, i Chicago Boys avviano riforme ultraliberiste nel silenzio del regime.

Russia (anni ’90): il caos post-URSS apre la strada agli oligarchi.

Iraq (2003): nel vuoto post-bellico, si smantella l’economia pubblica.

New Orleans (2005): Katrina diventa il pretesto per privatizzare l’istruzione.

Covid-19 (2020-2022): digitalizzazione forzata, lavoro flessibile e taglio del welfare.

La storia dimostra che lo shock è spesso l’anticamera di trasformazioni profonde.

Oggi: gli Stati Uniti davanti a una nuova crisi costruita?

Con Donald Trump di nuovo alla guida e Michael Bessent al Tesoro, emerge un nuovo schema.

Bessent non è un tecnico. È un ex gestore di hedge fund, protagonista del Mercoledì Nero del 1992 al fianco di George Soros. Un uomo che conosce la dinamica dei mercati in recessione. E oggi è responsabile della politica fiscale e monetaria americana.

Il vero nodo: debito e deficit

L’America è seduta su una montagna di debito:

Debito pubblico: 28.27 trilioni USD

PIL (2024): 23.54 trilioni USD

Deficit: circa 7% del PIL

Storicamente, questo debito viene finanziato da paesi come Cina e Giappone. Ma oggi entrambi stanno invertendo la rotta.

Cina e Giappone: i grandi assenti del debito USA

Il Giappone

Con i tassi in rialzo e lo yen in rafforzamento, Tokyo ha meno interesse a investire in Treasury USA. Il famigerato carry trade (prendere a prestito in yen e investire in dollari) non è più redditizio. Gli investitori giapponesi stanno rimpatriando capitali.

La Cina

Pechino ha ridotto costantemente l’esposizione ai Treasury, preferendo accumulare oro e stringere accordi bilaterali in yuan.

Si delinea una strategia di dedollarizzazione progressiva e di sganciamento dall’economia statunitense.

Il piano Trump-Bessent: tre mosse per forzare la mano

Fase 1 – Lo shock pilotato

Trump annuncia una nuova politica tariffaria, basata su formule provocatorie, prive di fondamento economico.

L’obiettivo? Creare instabilità e paura nei mercati globali, spingendo gli investitori verso i Treasury come bene rifugio.

Fase 2 – La negoziazione strategica

Sotto la pressione del crollo globale, Trump si presenta al tavolo con le controparti. Ma non per trattare sui dazi.

Chiede impegni di lungo termine per acquistare debito pubblico USA. In cambio? La rimozione delle tariffe o concessioni commerciali.

Fase 3 – Il rilancio americano

Una volta assicurati i flussi di finanziamento:

• Vengono tagliate le tasse

• Si rilancia la domanda interna

• La FED taglia i tassi, dichiarando l’inflazione “transitoria”

Un piano cinico ma efficace. Una nuova versione del “Make America Great Again”, basata su instabilità calcolata.

Cosa può fare l’investitore consapevole?

In questi scenari, il rischio non è solo nei mercati. Il vero rischio è non avere una strategia.

Alcuni spunti operativi:

Evita reazioni impulsive: i crolli sono parte dello schema

Costruisci un piano di accumulo su settori strategici

Mantieni liquidità tattica per cogliere opportunità

Diversifica a livello valutario e geopolitico

Conclusione

Questa non è solo un’altra crisi. È, con tutta probabilità, uno degli esperimenti più raffinati di shock economy applicata alla geopolitica finanziaria.

Trump e Bessent stanno sfruttando ogni leva disponibile per costringere il mondo a finanziare l’America, scaricando i costi della propria instabilità sugli altri.

La domanda è: vogliamo subirlo… o prepararci a navigarlo?

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Gli scenari descritti in questo articolo rappresentano analisi generali e non costituiscono una sollecitazione all’investimento. Per una valutazione adeguata del proprio portafoglio e degli strumenti da adottare, è sempre consigliabile confrontarsi con un consulente finanziario iscritto all’Albo OCF, in grado di offrire una consulenza personalizzata nel rispetto degli obiettivi, del profilo di rischio e dell’orizzonte temporale di ciascun investitore.